Trattamento, cura e riabilitazione La diagnosi non è facile ed è prevalentemente strumentale (risonanza magnetica), anche se solamente l'artroscopia ci può dare la vera consistenza del tessuto cartilagineo. Nei casi di lesioni lievi il trattamento può essere c.d. conservativo: diminuire l’attività fisica, perdere peso, indossare dei tutori, assumere antiinfiammatori e antidolorifici, effettuare programmi di fisioterapia (Tecar, laser e rinforzo muscolare in scarico), o infiltrazioni con steroidi o acido ialuronico, oppure con derivati del plasma, che hanno effetto antifiammatorio e antidolorifico (questo trattamento è stato introdotto di recente). In quelli più gravi andrà valutato un intervento chirurgico, principalmente consistente nel trapianto di cartilagine. Con questa tecnica si impiantano delle cellule cartilaginee (condrociti) "autologhi", cioè coltivati in laboratorio dopo averli prelevati dal paziente stesso.
Questa è una metodica all’avanguardia che consente di colmare dei difetti circoscritti di cartilagine, presenti sulle superfici di carico delle articolazioni, che sono responsabili della sintomatologia dolorosa che i pazienti lamentano. E' stata recentemente introdotta una tecnica innovativa, consistente nell'uso di cartilagini sintetiche, che vengono impiantate insieme a cellule staminali (per migliograrne l'attecchimento); ciò consente di effettuare un solo intervento chirurgico.
E' bene tuttavia precisare che, come in tutti i trapianti, possono verificarsi delle difficoltà di attecchimento delle cellule. Il programma riabilitativo dopo questi tipi di interventi può variare fra uno e due mesi e viene personalizzato in base all'intervento ed al paziente.
Quando la lesione della cartilagine articolare è diffusa si parla di “Artrosi”.
Le problematiche del crociato anteriore, crociato posteriore, collaterale interno e collaterale esterno
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