Sicuramente sarà capitato a molti di sentir parlare di artrosi dell’anca, o di conoscere qualcuno operato di protesi all’anca a causa dell’artrosi. Si tratta di un problema molto comune, sia nelle donne che negli uomini, e non necessariamente incorre in età avanzata, i primi sintomi si possono avere anche intorno ai 45-50 anni. In caso di fattori predisponenti, come la displasia congenita dell’anca o differenze nella lunghezza degli arti inferiori, i sintomi possono insorgere anche prima.
E' importante sottolinea re che l’artrosi è un processo lento, che non si sviluppa da un giorno all'altro; può capitare che si cominci ad avvertirlo improvvisamente, senza alcuna avvisaglia, ma se alla radiografia si evidenzia artrosi significa che il problema era comunque già silenziosamente presente da mesi o anni. Altrettanto fondamentale è ricordare che un dolore all’anca non è necessariamente indice univoco di un processo artrosico: a volte i dolori sono legati a rigidità ed infiammazioni muscolari legati ad altre cause, funzionali o posturali . Il prolungarsi di una situazione di rigidità muscolare forte provoca compensi che si traducono prima in sintomi da usura (infiammazioni) e poi in vera e propria artrosi.
L’artrosi dell’anca va quindi considerata non come una patologia dallo sviluppo spontaneo e veloce, ma piuttosto come un processo che si sviluppa lentamente, a causa di tensioni muscolari eccessiva, e com conseguenza di un sovraccarico sull’articolazione. Per questi motivi, quando cominciano i primi sintomi, non è detto che ci sia già artrosi, ma può esserci soltanto infiammazione di tendini e muscoli. In questi casi si parla di trocanterite o psoite, affezione che può essere considerata come periartrite dell'anca o infiammazione del un muscolo iliopsoas. I sintomi di queste forme sono comunque simili a quelli dell’artrosi, con la differenza che nell’artrosi l’articolazione si presenta rigida, nelle infiammazioni muscolari no. Alla base delle problematiche all’anca spesso troviamo una postura sbilanciata, cioè un carico eccessivo da un lato o un'asimmetria posizionale degli arti nella normale deambulazione. Con una postura sbilanciata i muscoli sono maggiormente in tensione, e possono esercitare un effetto compressivo sull’articolazione dell’anca.
In ultima analisi quindi, la causa dei pr oblemi all’anca è la forte tensione muscolare, in particolare di un muscolo chiamato ileo psoas. Tale muscolo può sviluppare una tensione eccessiva per tanti motivi: problemi alla colonna vertebrale, problemi all’intestino (è situato proprio dietro al tenue), problemi degli organi uro genitali… L’anca si può sovraccaricare anche per problemi che vengono da altre zone: se supponiamo di avere una caviglia più debole a causa di una vecchia ma forte distorsione, è evidente che il corpo cercherà di caricare il meno possibile la gamba con la caviglia debole, e sposterà il carico sull’altra. Questo “adattamento posturale” genererà un sovraccarico sulle articolazioni della gamba “sana”, tra cui anche l’articolazione dell’anca. La progressione di questa problematica si articola generalmente in 2 fasi, una precoce e un'altra, se non adeguatamente trattata, più tardiva e cronica:
In ognuno di questi casi, la prima cosa fondamentale per giungere al miglioramento della condizione del paziente è una corretta diagnosi, e determinanti a questo scopo saranno quindi: un'approfondita raccolta anamnestica della storia clinica del paziente (quando sono cominciati i sintomi, qualità e quantità dei sintomi stessi, quando si presentano nell'arco della giornata o da quali attività sono maggiormente evocati, cosa li attenua e cosa ha già fatto il paziente per tentare di alleviarli);I sintomi caratteristici di un problema all'anca sono:
Facendo una radiografia all’anca, spesso emerge una riduzione dello spazio tra la testa del femore e la cavità acetabolare, una sclerosi (usura) della testa del femore e la presenza di osteofiti (piccole calcificazioni tipiche dell’artrosi) sugli aspetti marginali. A volte, nonostante un forte dolore, la lastra appare normale: in quel caso il problema è da attribuire maggiormente alla postura, piuttosto che all’articolazione (si parla allora di una problematica funzionale, piuttosto che strutturale). I segni di usura articolare potranno comunque arrivare qualche anno dopo. Talvolta il radiologo può consigliare di approfondire l’indagine con una risonanza magnetica: questo risulta particolarmente consigliabile con dolori che non rispondono alle cure, in quanto ci può essere una “osteonecrosi asettica della testa del femore, una condizione di sofferenza per insufficienza vascolare, in questo caso tutte le cure conservative sono destinate a fallire: occorre effettuare la terapia nella camera iperbarica e/o l’intervento chirurgico. Per ciascuna di queste problematiche il trattamento si articola in 3 fasi fondamentali:
Patologia infiammatoria dei tendini dell'anca
Problemi muscolari, tendiniti, neuropatie, infiammazioni di borse, infezioni, fratture traumatiche o da stress, lacerazioni di fasce addominali e/o ernie inguinali, patologie ginecologiche, patologie dell’articolazione dell’anca tra cui come spesso accade negli sportivi, l'anca a scatto e la borsite trocanterica
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