Trattamento terapeutico e la rieducazione funzionale dell’atleta infortunato Le modalità di trattamento delle lesioni muscoloscheletriche e miotendinee si sono notevolmente modificate in questi ultimi anni, infatti, si è passati da una immobilizzazione assoluta ad una mobilizzazione precoce, i cui benefici sono ben noti. Il tessuto muscolare possiede una componente cospicua di tessuto connettivo che rifornisce le cellule muscolari dei composti nutritivi necessari per il loro metabolismo e ne facilita la contrazione costituendo un`imbrigliatura ininterrotta di tessuto connettivo. Sebbene i muscoli scheletrici siano dotati di una certa capacità di rigenerare, la guarigione di lesioni cospicue dei ventri muscolari avviene in gran parte per la formazione di tessuto cicatriziale. Un tessuto cicatriziale disorganizzato altera la capacità funzionale ed opera come una barriera fisica che si oppone alla rigenerazione delle fibre muscolari, oltre a pregiudicare le capacità contrattili e l'elasticità del muscolo stesso, limitandone l'efficienza.
A cicatrice formata ed a stabilità articolare acquisita inizio il recupero specifico che si propone di ricostruire il trofismo muscolare, lo schema motorio e la forza muscolare. Oltre al trofismo e alla forza muscolare è necessario che l’atleta recuperi lo schema motorio, in pratica l’esecuzione di massima coordinazione del gesto sportivo. Per questo fine sono indicati esercizi di recupero articolare assistiti (attivi e passivi) da svolgere contemporaneamente agli esercizi per il trofismo muscolare.
A recupero articolare avvenuto e completo si utilizzeranno le tecniche di facilitazione propriocettiva che consistono nella stimolazione dei recettori periferici a varia localizzazione (fusi neuro-muscolari, corpuscoli tendinei e recettori articolari) provocando una facilitazione dei circuiti sinaptici da cui deriva una migliore capacità di reclutamento delle unità motorie. Le varie possibilità di contrazione utilizzate in terapia devono rispettare le condizioni di funzionamento del muscolo nella prestazione atletica in modo che il recupero del gesto sportivo sia il più rapido possibile. Questi indirizzi di trattamento permettono il recupero dell’atleta in tempi brevi, con minimo rischio, mentre l’osservazione dell’atleta sul campo permette di giudicare l’avvenuta guarigione e concedere il ritorno all’agonismo.
Rimessa in campo dell'atleta sportivo
Un primo elemento da considerare nelle classificazioni è rappresentato dalla natura diretta o indiretta del trauma (Craig, 1973).
Trattamento dei danni strutturali al tessuto connettivo.
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